venerdì 13 gennaio 2012

The long and winding road to San Quirico




Una delle cose che più mi piace fare è guidare. In auto riesco quasi sempre a rilassarmi e a valutare con calma le questioni che mi assillano, aiutato dalla musica, ovviamente.
Una strada alla quale sono particolarmente affezionato è quella che porta a San Quirico d’Orcia, precisamente dal tratto che da Torrita di Siena passa per Montepulciano, poi Pienza ed infine conduce a San Quirico. Ci sono stato diverse volte, generalmente in primavera, e ogni tanto sento un bisogno profondo di tornarci. Se avessi potuto scegliere dove nascere avrei sicuramente scelto di nascere lì, tra quelle dolci colline di un verde che non è mai lo stesso, ma cambia enormemente col cambiare delle condizioni di luce e del vento; quei cipressi che conducono a qualche bel casolare di campagna e perché no… l’ottimo vino e l’ottimo cibo. Mi pare di aver letto una volta che a San Quirico si ha l’aspettativa di vita più alta in Italia… la val d’Orcia è davvero un posto in cui il tempo sembra scorrere ancora con i ritmi di una volta, il luogo ideale dove abbandonare ogni tipo di stress.
Ricordo con molto piacere la scappatella che ho fatto in zona a fine marzo. In un pigro sabato mattina di inizio primavera decido di fare qualcosa di gratificante per il corpo e per lo spirito quindi prendo qualche cd (circa 40) e mi metto in macchina alla volta della val d’Orcia.
Si susseguono ascolti quasi dimenticati, non ricordavo quanto fosse facile astrarsi dalla realtà ascoltando “If i could only remember my name” di David Crosby, oppure quanto fosse geniale e versatile la chitarra di Randy Wolfe “California”, leader degli Spirit in “Twelve dreams of Dr. Sardonicus… per non parlare di quel capolavoro assoluto di Tim Buckley, “Goodbye and hello”, che mi culla con la sua voce d’angelo.

Quando arrivo dalle parti di Moltepulciano è il turno di “Let it be” dei Beatles, perché “The long and winding road” mi fa pensare proprio a quella strada che solca le colline tra Montepulciano, Pienza e San Quirico… il viaggio è stata un’esperienza quasi catartica e alla vista di quei dolci rilievi dominati dal monte Amiata mi si è aperto il cuore.
Il tempo di parcheggiare e mi si è aperto anche lo stomaco… quindi una sosta in uno degli ottimi ristoranti della zona è obbligata. Pappardelle al cinghiale, filetto e due calici di Brunello.. ahhh, ritemprato nel corpo e nello spirito faccio una bella passeggiata per le vie del paesino poi l’immancabile capatina a Montalcino per comprare qualche bottiglia del già citato Brunello da regalare agli amici e dopo riprendo la via di casa, fermandomi di tanto in tanto a fare qualche foto.. peccato che la luce quel giorno non fosse delle migliori.
Insomma, non posso lamentarmi: ottimo cibo, ottimo vino, ottima musica, magnifici luoghi e, a differenza di quanto accade di solito quando sono solo, anche ottima compagnia!

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